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ESCURSIONI

Alcuni Itinerari di Visita
Itinerario 1: I castelli: da Fosdinovo a Pontremoli inseguendo arte e gastronomia
Itinerario 2: Dal mare alla Lunigiana: pievi, castelli e preistoria
Itinerario 3: La via Francigena
Itinerario 4: Nella natura
Itinerario 5: Passeggiando nel centro storico di Massa
Itinerario 6: Dal centro di Massa alla Rocca

 

Itinerario 1: I castelli: da Fosdinovo a Pontremoli inseguendo arte e gastronomia

Siamo a Fosdinovo: l’antico borgo medievale ci stupisce apparendo improvviso tra strade di montagna che regalano panorami unici sulla vallata.
Il castello Malaspina è la costruzione centrale intorno a cui vive il paese: case strette l’una all’altra quasi a proteggerlo. Solido e maestoso, il castello caratterizza l’intero borgo con la sua imponenza, in cui si possono riconoscere le diverse fasi di costruzione che si sono succedute durante i secoli.
L’antica costruzione situata in una posizione strategicamente molto valida, permette di avere la visione di insieme di un territorio vastissimo, questo ne faceva una roccaforte del tempo. In ottimo stato di conservazione, ci permette di ammirare ancora antichi arredi, suppellettili e affreschi. È visitabile quasi interamente, viene conservata la privacy dell’ala a tutt’oggi abitata dai nobili discendenti.
Ripartiamo da Fosdinovo in direzione di Fivizzano, senza dimenticare di dare uno sguardo al borgo murato di Caprigliola, che con la sua singolare architettura controlla la strada dall’alto della collina. Ad Aulla la Fortezza della Brunella ci permette di visitare non solo una possente costruzione quadrangolare, costruita su una roccia con un colore particolare da cui deriva il suo nome e che è un tipico esempio di fortificazione progettata in funzione delle armi da fuoco, costruita agli inizi del '500, ma anche l’orto botanico creato nel suo parco e il Museo di Storia Naturale allestito all’interno dell’edificio.
Proseguendo in direzione del Passo del Cerreto si arriva a Fivizzano, la Firenze della Lunigiana, sede del Museo della Stampa, che vi ripropone la memoria del tempo che fu: se riuscite a resistere alla tentazione di immergervi nei ricordi delle sue mura, proseguite fino a Verrucola, per ammirare il castello, che, scelto come dimora da un famoso scultore, domina il borgo dall’alto. Riuscendo a resistere alla tentazione di non partire proseguite verso Licciana Nardi e per un attimo davanti a Monti vi sembrerà di essere entrati in un fiaba quando voltando lo sguardo incontrerete il romantico castello e le sue torri, che appare quando ancora avete negli occhi il castello di Bastia, di modeste dimensioni, ma integro nella sua fiera architettura quadrangolare.
Andiamo oltre: a Filattiera la Pieve di Sorano ci ricorda l’antica Via Francigena, percorsa un tempo dai pellegrini di varie nazionalità. A Pontremoli, una suggestiva passeggiata nel centro storico ci porta fino al Museo delle Statue Stele che, allestito all’interno del castello del Piagnaro, raccoglie, in originale o in copia, tutte le statue-stele della Lunigiana; singolari sculture antropomorfe, maschili e femminili, in pietra arenaria, innalzate dalle antiche popolazioni che hanno abitato la valle nei due millenni prima dell'arrivo dei Romani.
Naturalmente non può mancare un assaggio delle specialità gastronomiche come la torta d’erbi, la cui ricetta prevede due strati di pasta che custodiscono un ripieno di uova, formaggio ed “erbi”, verdura selvatica e non; o come i famosi testaroli, che il popolo lunigianese ha creato, piatto unico nel suo genere: una sfoglia sottile di pasta, cotta in appositi “testi” in ghisa, fino ad ottenere un disco che verrà tagliato a losanghe, sbollentato e condito con pesto, formaggio e olio.

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Itinerario 2: Dal mare alla Lunigiana: pievi, castelli e preistoria

Da Carrara si sale verso Fosdinovo e superata la deviazione per Campocecina si prende quella per Monzone raggiungendo quindi Equi Terme.
Il paesaggio che ammiriamo ci fa quasi dimenticare che poco prima eravamo accanto al mare, il paese, raccolto ai piedi delle Apuane, è una frequentata stazione termale con una ricca sorgente di acque sulfuree radioattive ed è anche noto per le testimonianze preistoriche rinvenute in una grotta poco fuori il centro abitato, che testimoniano la vita nei tempi dell’uomo di Neanderthal.
Sono visitabili un fantastico ed imponente sistema carsico sotterraneo con ampi saloni, stalattiti e stalagmiti, il nuovissimo Museo delle Grotte ed una ricostruzione dell’ambiente preistorico.
Ritornati a Monzone si prosegue per Gragnola e quindi per Codiponte, dove la Pieve romanica obbliga ad una sosta. Entrando è impossibile non essere avvolti dall’atmosfera che permea la costruzione: l’interno, semplice e severo, a tre navate con colonne sormontate da originali capitelli, conserva i resti di un antico battistero ad immersione, una fonte battesimale con alla base un capride ed un prezioso trittico del ‘400, preziose testimonianze del tempo.
Da Codiponte si arriva in breve a Casola che ci accoglie nella piazza dominata dalla torre cilindrica appartenente al trecentesco sistema difensivo. Piacevole ed interessante una passeggiata nel vecchio borgo per ammirare alcune pregevoli costruzioni del ‘500 e le porte dell’originaria cinta muraria. Nel comune di Casola è miracolosamente sopravvissuta e rivive ancora, nei mesi estivi, l’antica tradizione popolare del “Canto del Maggio”, forma di teatro popolare itinerante.

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Itinerario 3: La via Francigena

La Via Francigena varcava lo spartiacque appenninico entrando nel mondo mediterraneo non lontano dall'attuale valico della Cisa (o Via di Monte Bardone, dall'antico Mons Longobardorum), e andava verso il mare seguendo il corso del fiume Magra.
La Val di Magra è tutt'oggi fulcro di importanti nodi stradali e ferroviari, e ha mantenuto integre le sue bellezze: castelli di diverse forme architettoniche, pievi romaniche, borghi murati ancora ben conservati e ricchi di fascino. Tutta la Valle, compresa fra le province di Massa Carrara e La Spezia, offre riposanti paesaggi con verdi boschi e fiumi dalle limpide acque fino al mare, dove ad un litorale sabbioso a sud si contrappone a nord la costa impervia, frastagliata e suggestiva con borghi medievali, quali Portovenere e Lerici, e gli incantevoli vigneti delle Cinque terre a strapiombo sul mare.
Attraversato il passo la strada giungeva a Montelungo dove il Monastero di S. Benedetto, oggi distrutto, offriva ospitalità. Si scendeva quindi a Pontremoli, importante centro della Lunigiana, terra dei Liguri Apuani, dove, nella chiesa di S. Pietro, ancora oggi si conserva il "labirinto", simbolo dei pellegrinaggi diretti in Terra Santa.
Oggi Pontremoli è una tranquilla cittadina con numerose emergenze storiche ed architettoniche: palazzi barocchi, chiese, caratteristici ponti sul ghiaioso Magra, e conserva, nel castello del Piagnaro, diverse statue stele o menhir, lastre di pietra o stele funerarie con scolpite sembianze umane stilizzate. La strada giungeva poi a Filattiera, con la pieve romanica di Sorano ancora visibile, e quindi Villafranca, ove si riscuotevano i pedaggi sulla Via Romea.
La Francigena costeggiava la Magra e giungeva ad Aulla, quindi entrando in provincia della Spezia a Santo Stefano Magra, di origine antica, che conserva ancora tratti delle mura medioevali: da qui subito si raggiungeva Sarzana.
La Via Romea si dirigeva poi verso Luni, città di origini romane, che fu importante porto da cui partivano i marmi per Roma; poco lontano era il porto di S. Maurizio, ove si imbarcavano i pellegrini diretti a Santiago di Compostela. A Luni interessante da visitare sono il Museo archeologico e i resti della città romana: il foro, la casa degli affreschi, l'anfiteatro. Passando poi per Avenza, in prossimità di Carrara, la Via raggiungeva Massa, dove, in località S. Leonardo al Frigido, a pochi chilometri dalle assolate spiagge della riviera apuana, vi era un grande borgo (ancora oggi vi è una chiesa) con un ospedale dei Cavalieri gerosolimitani di S. Giovanni. Imponenti si stagliavano le pareti delle Apuane, famose per le cave di marmo che fornirono anche a Michelangelo i blocchi per le sue opere.

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Itinerario 4: Nella natura

Dal centro di Massa, seguendo  per S. Carlo Terme, la strada della via dei Colli offre diversi punti panoramici arrivando alla località,  conosciuta per la presenza del suo stabilimento termale, le sue acque sono note per la cura delle malattie renali. Dalla terrazza panoramica si gode di un’ ottima vista sulla costa apuo-versiliese e sul monte di Brugiana. Proseguendo lungo la strada caratterizzata dai castagni secolari del  Monte Belvedere si raggiungono i paesi di Pariana e Altagnana, la cui origine si perde nell’antichità. La loro struttura urbanistica è tipicamente medievale, sorgono su speroni rocciosi che dominano la vallata del Frigido, per estensione e numero di abitanti Antona è il paese più grande di quel versante. Il paese è ricco di storia e di piccoli gioielli artistici, come le chiese e le icone marmoree presenti lungo i vicoli. La tradizione della coltura e della lavorazione della castagna è ancora viva, tanto che ogni anno, nel periodo di Ferragosto, si svolge la “Sagra delle frittelle di neccio”, fatte con la farina di castagne.
Proseguendo la nostra escursione lungo la provinciale Massa-Arni, si arriva ad un ampio piazzale in Località Pian della Fioba, ove si trova l’ingresso all’Orto Botanico, intitolato al medico e botanico massese Pietro Pellegrini ed istituito nel 1966, al cui interno sono conservate le piante più caratteristiche dell’aria apuana che lì crescono spontaneamente, vi sono raccolte in uno spazio limitato e di facile accesso, le specie vegetali più significative della flora apuana . L’Orto Botanico è di proprietà del Comune di Massa che lo gestisce in collaborazione didattico-scientifica con l’Università di Pisa.

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Itinerario 5: Passeggiando nel centro storico di Massa

Piazza degli Aranci, delimitata da una doppia fila di piante di arancio da cui deriva il nome. Nel centro è stato posto un monumento in marmo costituito da un obelisco, alla base del quale vi sono quattro statue-fontane raffiguaranti leoni, eretta nel 1853 in onore dei duchi Francesco IV e Francesco V di Modena. Nel corso dei secoli, la piazza ha subito importanti cambiamenti, originariamente sul luogo sorgeva l’antica collegiata di S. Pietro che venne demolita nel 1807 per volere di Elisa  Napoleone Baciocchi, per dare maggiore risalto al Palazzo Ducale. In seguito all’ultimo conflitto mondiale gli edifici antichi che circondavano la piazza furono abbattuti e i moderni interventi urbanistici cambiarono le sue caratteristiche.
La imponente struttura architettonica del Palazzo Ducale domina la piazza, l’edificio è comunemente chiamato “Palazzo Rosso” per il caratteristico fondo rosso che mette in risalto il bianco del marmo e degli stucchi, attuale sede della Prefettura e dell’Amministrazione Provinciale che, dal XV al XIX secolo, ospitò i Malaspina.
Sottoposto nei secoli ad una serie di rimaneggiamenti, il nucleo originale del palazzo risale al 1557. Iniziato da Alberico I Cybo come sede di corte trasformando quello che era il casotto di caccia dei Malaspina, l’edificio  fu portato a termine dai successori tra la metà del  XVII secolo e il 1705 su progetto di Giovan Francesco e Alessandro Bergamini. Al primo è dovuto il notevole ampliamento, la realizzazione del cortile a due ordini di logge e della cappella, al secondo la definitiva sistemazione della facciata, il demolito teatro ducale, il ninfeo e il complessivo rinnovamento dell’apparato decorativo.
In via Alberica, su un lato del Palazzo Ducale, è possibile visitare il Museo Diocesano, il museo ha sede all’interno di uno dei palazzi storici di Massa più significativi del centro,  il “palazzino dei cadetti”  costruito alla fine del Cinquecento da Alberico I Cybo Malaspina, recentemente restaurato, subì diverse trasformazioni fino a divenire il palazzo dei primi dieci vescovi diocesani fino al 1970.
Oggi nelle sale si possano ammirare le opere che meglio rappresentano la storia artistica e religiosa del territorio, tra queste il trittico del pittore Bernardino del Castelletto, il tesoro della Cattedrale, espressioni della devozione popolare realizzate da artigiani e artisti quali Jacopo della Quercia, Felice Palma, Agostino Ghirlanda, Domenico Fiasella.
A breve distanza dalla Piazza degli Aranci, percorrendo via Dante si giunge alla Cattedrale, la moderna facciata (1936) della basilica intitolata ai Ss. Pietro e Francesco, eretta a duomo nell’Ottocento. In origine chiesa conventuale francescana, fu costruita per volontà del marchese  Jacopo Malaspina nella metà del XV secolo. Il tempio presenta una struttura ad una sola navata centrale e tre altari laterali, con due interessanti cappelle  sul lato destro: la cappella delle Stimmate e quella del  SS. Sacramento. Per una porta si scende  al sepolcreto Cybo Malaspina e dei vescovi, cappella sotterranea nella quale erano le urne funerarie dei principi e duchi di Massa.
In prossimità del Duomo una piccola fontana cinquecentesca in marmo denominata “Battì del Barile” XVII secolo poco distante si può ammirare l’antico portale del Salvatore.
Scendendo per via Dante si arriva a piazza Palma, da cui si scorge la moderna e vasta chiesa di S. Sebastiano, poco distante, il Teatro Guglielmi, costruito nel1880 per sostituire il piccolo teatro di corte divenuto  ormai insufficiente al pubblico. Il teatro fu intitolato al musicista massese Alessandro Guglielmi. La facciata nella parte centrale è caratterizzata da tre arcate che formano un loggiato e due ali laterali, all’interno decorazioni in stucco dorato,  è strutturato in tre ordini di palchi ed un grande loggione superiore.
Nella zona sud-est, alla confluenza di tre strade che si immettono nel viale Chiesa, si raggiunge la Chiesa della Misericordia, costruita nel 1629 ha mantenuta quasi intatta nel tempo la sua struttura originale. Si presenta con una facciata a quattro colonne che sorreggono un’arcata. Molto interessanti sono l’abside e le due cappelle laterali. Costruita in quella che era allora la periferia della città, fra poche case coloniche e orti coltivabili, dovette apparire imponente ai pellegrini che affluivano a visitarla.

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Itinerario 6: Dal centro di Massa alla Rocca

Dalla piazza Mercurio sul lato sud del Palazzo Ducale, inizia il nostro itinerario. La piazza edificata nel 1574 rappresentava il centro commerciale della città, prende il nome dalla statua del dio pagano protettore degli scambi e dei commerci, posta sopra una caratteristica colonna alla base della quale si trova una fontana. Sita lungo il percorso della medievale via Pedemontana, la piazza è circondata da edifici di gusto rinascimentale, alternati a costruzioni di epoche più recenti. Sul lato orientale, la piccola chiesa dedicata a S. Giovanni Decollato, fondata nel 1639. Al centro della facciata di linguaggio leggermente barocco, spicca un grande portale marmoreo e, nella parte superiore, un’ampia finestra ovale.
A sinistra della piazza si eleva la scalinata di via Piastronata, che raggiunge la chiesa della Madonna del Carmine, costruita nella metà del Cinquecento insieme al convento delle monache di S. Chiara  fortemente voluto da Taddea Malaspina. Sito presso i resti delle antiche mura medievali, l’edificio presenta un agile portico con colonne di marmo, dove è collocata una Maestà.. Al suo interno un dipinto della Madonna del Carmine risalente al XV secolo di scuola lombarda.
Proseguendo per la via della Rocca si raggiunge il complesso di costruzioni formanti il castello dei Malaspina, che chiudeva entro una vasta cinta muraria fortificata (di cui rimangono alcuni bastioni e la porta Quaranta), la vecchia città e, nella parte più alta,  la Rocca. Il castello comprende un nucleo centrale medievale, costruito sulla cima di uno sperone roccioso, a sud del quale i Malaspina nei secoli XV e XVI eressero la loro residenza principesca.
Usciti dalla Rocca, scendendo a destra, merita una visita la chiesa di S. Rocco nel cui interno un crocifisso ligneo, ritenuto opera giovanile di Michelangelo.

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